mercoledì 28 luglio 2010

Fenomenologia dell'attesa.


Erano tutte sedute sul divano di pezza colorata... tutte e tre una di fianco l'altra... con lo sguardo perso nel vuoto fissavano le facce banali nel televisore accartocciando i respiri lenti e pesanti... stavano aspettando le mestruazioni.

Ed io le guardavo.

Fissavo prima un occhio verde e poi l'altro nocciola, uno azzurro e poi ancora quell'altro verde.

Empatia, si chiama. Stavo in silenzio perchè spesso in molte situazioni si può anche stare zitte. E nel silenzio c'è molta più intimità. Cioè, non è facile permettersi di stare in silenzio, così. Provate ad immaginare due persone sedute a fianco, che stanno zitte, completamente zitte. E continuano a stare sedute di fianco, e i loro culi poggiano sulla stessa medesima assenza di suoni. E stanno bene lo stesso, perchè magari non c'è qualcosa di davvero essenziale da dirsi, e uno sta leggendo un libro e l'altro guardando X factor, che ne sai. Intendo X factor quando c'era Morgan, nota dell'autore indispensabile perchè se qualcuno pensa che io possa solo minimamente citare X factor ora che c'è la Tatangelo e che possa solo per un attimo ancora e un soffio di fiato credere che lo vedrò, beh, è meglio specificarlo subito.

Stare in silenzio insieme è un lusso difficile da permettersi.

Allora andai in cucina e presi un pentolino, lo riempii d'acqua e lo misi sul fuoco.

Dopo dieci minuti mi ricordai che avevo un pentolino sul fuoco e andai ad accendere il fuoco.
Poi preparai LA TISANA.

Sapevo che tante volte avevo anch'io stretto così ferocemente il cellulare nella mano e il lembo del cuscino nell'altra.
Qui serviva un antidoto. LA TISANA dell'erborista che avevo impezzato giù sotto casa avrebbe fatto il suo effetto.

Eravamo tutte e quattro sedute silenziosamente sul divano di pezza colorato in un momento di incredibile notturno.

Realizzai che quella sera non saremo uscite. Le chicche aspettavano impazientemente.

1 commento: