martedì 22 giugno 2010

Profumo di Perlana tornando a casa.


Stasera tornando a casa, a piedi, gustando i piccoli scorci della mia città che per poco sarà ancora Rovigo, appena arrivata all'uscio, ho sentito un profumo irresistibile di Perlana. Che sarebbe un detersivo. Una di quelle cose perfettamente inutili perchè invece di lavare sporca, cioè, è come un ammorbidente, no? Si insinua nelle fibre del cotone e della lana come un amore sfortunato, va giù giù nell'intimo di quei poveri maglioncini della nonna o di quelle cosette comprate al mercato alla montagnola di Bologna che tu dici, massì. MASSì. Laviamole bene con un prodotto buono e costoso che invece di costare 1.99 come le migliori ricariche della COOP, costano sui 3, 4 euro e dici, MASSì.Che dopo questa robetta mi durerà di più, che verrà fuori pulita e profumata e quasi asettica, tolta dallo sporco funesto di una botta e via.
E così fai con i maglioncini che la mamma ti aveva lavato e stirato e messo nella valigia con tanto amore e tanta speranza che finissi gli esami in tempo per dirlo ai parenti e organizzare una bella laurea con le bomboniere con i confetti non scaduti da una sessione fuori corso e da una tassa arretrata da pagare perchè invece di studiare eri stata a sbevazzare con le conquiline al baretto degli amichetti o alla discoteca frocia che ci potevi sfoggiare i balletti della Gaga provati in camera.
Si, compri questo miscuglio di agenti lavanti e non , per spazzare via dai jeans le prove di un coito addormentato su un sedile o un letto sconosciuto, per eliminare le serate passate seduta su una piazza in festa.
Un unguento, un incantesimo perfetto quasi per detergere la coscienza di tante occasioni da bohemienne, tanto ormai sono così banale che per diventare divertente dovrei rinchiudermi in un convento e raccontare cosa succede, allora si che sarei divertente. Accidenti.

E se dici accidenti sei proprio alle frutta.

Che questo profumo di Perlana mi volesse dire qualcosa? Non lo so. Sed quiri sentio et excrucior.

domenica 20 giugno 2010

Da grande voglio sposare Camoranesi.



Dopo una partita a dir poco emozionante e un tempo molto da Jane Austin, mi accingo a versare su questo schermo trasparente la confessione del mio amore viscerale e spudorato per un giocatore della nazionale, così caruccio e tenero da poter chiuderlo in quelle bocce natalizie che se le agiti scrolla la neve. Agita agita agita che ti agito io.

E' così piccino che lo terrei sempre con me e pure di notte lo metterei sul comodino come abat-jour.
Con quelle lunghe chiome d'ebano mi ricorda un antico guerriero greco, come quelli che combattevano con Hercules e Xena, un Ulisse dei giorni nostri che ha visto tanti posti, viaggiato per flutti e tempeste, conosciuto popoli e costumi. Me lo vedo già correre sul suo cavallo giallo, cloppete cloppete cloppete... su e giù per i prati, giù negli Inferi tra l'Averno e i Campi Elisi.. cloppete cloppete cloppete su e giù, a combattere con Nettuno e Giunone, sfidare l'ira di Zeus e la violenza bramosa di Marte.. cloppete cloppete su e giù. Su e giù e basta.

Il sangue caliente scorre nelle sue vene, non oso pensare a come possa muoversi tra i pentagrammi e le note, con una rosa rosso porpora stretta tra i denti e avvicinarsi alla sottoscritta stretta in un tubino di raso nero... si si si, io sarò la tua Roxane, per questa notte di giugno che fuori piove. Oh ma questo qui è capace pure di ballare alla cassa del supermercato mentre aspetta la fila, eh? Cioè, pensiamoci! E mentre fantastico su questo tipino, mi immagino il nostro ultimo tango argentino.

Ah, Camoranesi... e magari se la cava pure ai fornelli... e questa sarebbe una grande libidine... io la coca cola me la porto a scuola, coca cola si coca cola che mi fa star bene.. con tutte tutte tutte quelle bollicine... mmm ... Camoranesi con un bel pollo in mano con le patate come la Barbie nella sua cucina rosa ... che immagine di speranza.

Camoranesi che fa la lavatrice.
Camoranesi che ti viene a prendere in stazione.
Camoranesi che ti porta la mattina i cornflakes con il latte ( scusate sono a dieta e le uova strapazzate non me le posso permettere).
Camoranesi che ti racconta le fiabe prima di addormentarti.
Camoranesi Big Gym.

Camoranesi barman che ti fa lo spritz al campari con cannuccia.

Un idillio, un sogno.

E dopo tutta questa serenata da cretina, forse si è capito che sono un poco juventina.

mercoledì 16 giugno 2010

Parlare con le piante per scongiurare di essere piantata.


Avevo una pianta che mi parlava e si chiamava Mara. Ogni giorno la si annaffiava e mi ascoltava, e mi diceva cosa fare della mia esistenza amara. Mara mi guardava, senza occhi mi ascoltava, senza orecchie mi sentiva, senza cuore mi abbracciava, senza braccia mi scaldava. Un rapporto che mi dava, e poco mi chiedeva, non c'era giorno che passava, che lei mi amava. Finchè Mara mi lasciava, che lei un poco moriva. E lei moriva, moriva e mi diceva: "non piangere bambina, presto arriverà un altro fiore, che ti darà amore."
E così comprai un pesce rosso e lo chiamai Alessio.

Non raccontate mai questa storiella ai vostri figli o ai vostri nipoti, o ai bambini a cui fate le baby sitter.
E tantomeno ai vostri bonsai, non crescerebbero più.

domenica 13 giugno 2010

Apologia della fame chimica.



Scrivere è come farsi un panino al salame. Cioè .. quando hai fame cosa ti fai? Un panino al salame. E magari tagli il pane stando attento a fare i bordi giusti, a non sgretolare la materia in tante briciole.. e cerchi infastidito nel frigorifero o nella dispensa gli ingredienti giusti per riempire questo panetto di carboidrati.. e trovi le sottilette.. che quelle sono e sfido a trovare un succedaneo, e poi trovi la cremina tartara, e poi i sottaceti, e le olivette e i carciofini, e i funghi, si, che quelli sono sempre ben accetti. In ogni occasione. E scovi negli scaffali e becchi, si becchi come le galline il galbanino e ci metti pure quello, e le carotine e la maionese con cui spesso fai l'amore. E poi capiti verso un po' di insalata e dici, si va bene che sono una tossica sempre in fame chimica che mi mangerei pure il tavolo e un po' di lattuga mi fa bene e ti prendi giusto quella foglia e ti senti per un attimo una salutista, ma solo per un attimo che poi torni a sorseggiare il tuo bicchiere di gin e ad ascoltare su youtube canzoni che conosci solo tu. E continui a cercare senza posa qualcosa da aggiungere.. e guardi con gli occhi che fanno una danza da destra a sinistra da sinistra a destra, sotto e sopra, sopra e sotto.. e ballano la macarena i tuoi occhi e la dance anni ottanta dove avere occhi non serve anzi è meglio tenerli chiusi. Perchè per sentire certe cose meglio non averceli nemmeno, gli occhi. E continui a vagare per il frigo.. e sposti questo e quello e assaggi questo e quello, imperterrita.. e prima di mettere in bocca o di annusare tasti con le tue piccole dita il domopack che è sempre così fastidioso.. e cerchi di capire cos'è stato conservato, cos'è stato messo dentro a quelle ciotole così indifese.. cosa ci sarà? Ti senti Alice, la Sirenetta o una Biancaneva un po' meno sfigate si spera.. che tutte non è che abbiano fatto una gran bella fine e lo sanno. Ma di questo si parlerà più avanti. Insomma stai cercando nel frigo, in questo posto fatto a rettangolo bianco, a meno che tu non abbia una cucina anni Ottanta e non ce l'abbia zebrato, stai cercando una ricompensa piccola ma energetica a questa giornata passata tra alti e bassi. E si spera che siano bassi che arrivano ovunque e non ti devi piegare. Ma alti e bassi chi poi? Magari potessi passare una giornata tra alti e bassi, ci darei la firma e anche qualcosa in più.
E trovi il tonno, rosa e friabile che lo tagli con un grissino. Speriamo di no, va là. E trovi qualche tortellino da mangiare crudo, che si sente ancora di più, e che buono che è!!! Avete mai provato a mangiare un tortellino crudo? Un orgasmo dei denti e della lingua che il dentista vi farà uno sconto.. Maledetti dentisti rotti in culo. E lo vorrebbero. E poi trovi la mostarda, e la n'duia e lì ringrazi Dio di essere nata con delle papille gustative funzionanti. E ti senti proprio la vita venire dentro, venire su e venire e basta. E poi cerchi ancora e trovi le zucchine e le melanzane e le fai a pezzettini, sempre per il tuo panino che ormai non ha più dignità. E cerchi ancora all'impazzata, non sai cosa vuoi, come nella vita e dici, si, domani sarà un altro giorno, e si vedrà, come Rossella me ne frego. me ne infischio. Arriva un po' di aria dalla finestra e sto meglio. E guardi ancora, ormai quella scatola che fa freddo ti dice basta, mi hai già abbastanza scopato. E non con la scopa. Perchè non è facile scopare un frigorifero. O no? E cerchi ancora, e trovi il melone, le fragole, e le ciliegie, e le albicocche e dici, no, nel panino non ci stanno bene, ma te le mangi comunque.. Tanto male non fanno. E alla fine, come l'acqua in una oasi, come la verità, come un tampax come quando ti vengono in anticipo, come un temporale d'estate, come una nota in un pentagramma, che senza quella la musica fa cagare... arriva il salame. E lo guardi come la tua prima volta, come hai guardato negli occhi il tuo primo amore o la figurina dell'album di Beverly Hills che ti mancava. E lo guardi, lo prendi in mano con tutte le mani, lo prendi tra le mani come fosse un membro, e lo annusi, lo assapori e ringrazi il tuo vicino di casa che lavora in campagna. E pure il povero maiale che ne è il proprietario. E lo affetti piano piano , e gli dai affetto, e lo mangi anche un po' prima di metterlo nel panino. E poi lo addenti, questo panino post moderno fatto di tutto. E dici grazie alla vita per questo piccolo momento. Che non hai il lavoro, che non hai amore, che non hai successo, che non hai soldi, che non hai cose concrete, ma hai il tuo panino al salame. E tutto il resto. Questo è scrivere, e questo è un panino al salame.