domenica 15 agosto 2010

Waiting for un MAH.


Sono qui che aspetto.

Appoggio il mio corpo e i miei gomiti e lentamente attendo.

Attendo guardando, schiacciata come una schiacciatina al rosmarino, molto buona e friabile, di quelle che ti prendevi a scuola dalla paninara alla ricreazione.

Che bei tempi quelli della paninara.

La paninara con l'esistenza amara, qualla che poretta aveva un occhio semichiuso e non si sa perchè, tante fantasie sono state fatte su questo occhio un po' aperto e un po' no. Mah.

Un grandissimo MAH si eleva su di me in questo momento, un punto interrogativo più grande di me, e non ci vuole molto.

Dicono che Nietzsche abbia salvato la sua vista cominciando a scrivere con la macchina da scrivere, appunto.
E io qui cerco di guardare solo la tastiera scrivendo con gli occhi chiusi.

Ma questo MAH è presente anche se non guardo, aleggia in me come una nuvola incazzata che spara solo pioggia.

MAH che è molto diverso da un BOH.

Molto più meno adolescienziale.

La paninara con la schiacciatina, si così mi sento, mentre guardo la gente che spinge e si fa sempre più totalizzante, più alta e più grossa di me mi spinge e ci scappa forse un bambino in questa mischia di aliti e sudore, e braccia che si dimenano con in mano pezzi di carta dai più svariati colori.

Sempre qui, sola con in mano la mia monetina da juke bok, e attendo con rispetto e perseveranza il mio momento, l'istante in cui anch'io avrò la mia stella che mi proteggerà, il mio posto al sole, la mia tanto ricercata tenerezza.

Mi faccio forza perchè la pazienza è la virtù dei forti, e penso a cosa ho fatto nella giornata, penso a quello che mi aspetta fuori e strafuori, rifletto su cosa potrò creare e costruire. Tante cose al mondo puoi fare, ma la Tassoni.. no, dai.

E guardo la gente che passa e prende il mio posto. Tante persone vorrebbero e hanno cercato di prendere il tuo posto, ma i cazzi miei li racconto solo a te. Cazzate.

Tengo a freno i miei nervi e faccio yoga, respirando forte, con l'ansia che va piano piano confondendosi con il supporto a cui sono appoggiata.

Tanto tra un po' tocca a me, dai.

Credici.

Come la Morte che arriva e ti travolge, ora sono sicura che travolgerà anche a me la sperata speranza di essere più alta, o almeno con dei tacchi più alti o una spiccata maleducazione che in certi momenti ci sta.

Aspetto, e guardo passare le anime morte, i cadaveri alleggeriti sulla spuma del fiume che osservo attenta mente si, attenta e dopo alcuni spazi, mente.

Sono qui.

Ci sono e penso fantasticando.

Sono qui che aspetto una cosa al bancone del bar.

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